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Vini rosati: Ploussard

I vini rosati sono caratterizzati dalla loro adattabilità a molte situazioni e versatilità in cucina. Spesso nell'abbinamento con un cibo, quando un vino bianco è troppo poco e un vino rosso è semplicemente troppo, la risposta è spesso offerta da un vino rosato. Il loro profumo è generalmente fresco, piacevole, fruttato e floreale, che viene sprigionato soprattutto ad una temperatura tra 10°C e i 12°C.

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Perché i vini rosati sono di colore rosa?

Innanzitutto sfatiamo una convinzione comune: i vini rosati non sono il risultato di una miscela fra vino bianco e vino rosso, pratica peraltro illegale in Italia. Il colore rosato di questi vini, infatti, deriva dall’uso di una particolare tecnica di vinificazione: le bucce dell’uva vengo lasciate a macerare direttamente sul mosto per un periodo variabile da poche ore ai due giorni. E’ proprio il contatto prolungato fra bucce e mosto a determinare il colore rosato del liquido.

Curiosità

I vini rosati hanno un basso contenuto di polifenoli e per questo motivo tendono a perdere velocemente acidità. Questo significa che non sono adatti all’affinamento in bottiglia e devono quindi essere consumati al massimo entro due anni dall’imbottigliamento. Oltre i due anni, infatti, anche i migliori vini rosati italiani tendono a perdere in freschezza aromatica e nel loro caratteristico gusto morbido di fiori e frutta.

Pare che i primi vini della storia fossero proprio rosati, infatti si lasciavano a macerare per un tempo brevissimo (motivo per cui erano pessimi da bere invecchiati).

Nel mercato mondiale la produzione di vino rosato è di circa il 9% sul totale complessivo ed è generalmente prodotto in versione secca, quindi con pochissimo residuo zuccherino.