Cantina: Schreckbichl - Colterenzio
Capacità: 75 cl
Regione: Trentino-Alto Adige
Provincia: Bolzano (BZ)
Tipologia: Rosato
Abbinamento: adatto come aperitivo, si abbina ad antipasti freddi, primi piatti, pesce arrosto e piatti di carni bianche
Affinamento: sui lieviti fini
Uvaggio: Lagrein 100%
Vinificazione: in acciaio
Resa per ettaro: 70 quintali
Produzione annuale: varia, a seconda della stagione
Età vigneto: -
Natura del suolo: Alluvionale, Morenico, Sabbioso
Altitudine vigneto: tra 230 e 650 metri sul livello del mare
Il Kretzer, che altrove viene chiamato “Weissherbst” e che in Alto Adige deve il suo nome al cesto di vimini – che serviva a filtrare il mosto e separare le bucce dal succo dopo un breve contatto. Le uve di Lagrein, normalmente di colore rosso molto scuro, assume, così, vinificato in bianco, un colore rubino chiaro, un’eleganza ed un profumo frutttato stuzzicante. Al naso si dispiegano sentori di bacche rosse e di ciliegia mentre in bocca spicca la gioiosa acidità tipica per questo vino fresco e godibile.
Era il 1960 e 28 vignaioli di Colterenzio, nei pressi di Appiano, fondarono una propria cooperativa, affrancandosi dagli allora vinai. Questo manipolo di ribelli diede alla neo fondata cooperativa il nome della propria terra, il piccolo borgo di Schreckbichl, in italiano Colterenzio, svolgendo anche un ruolo pioneristico nel perseguire, con grande costanza, un percorso di qualità. A dare fuoco alle polveri fu Luis Raifer che, nel 1979, fece ingresso nella nuova realtà in veste di direttore: di ritorno da un viaggio studi in California, portò con sé un bagaglio carico di ambizioni. Erano gli anni Ottanta e l’Alto Adige era per lo più una terra di nettari a bacca rossa di mediocre qualità: Raifer, anch’egli viticoltore, alla luce del terroir favorevole, dell’adeguata estensione della superficie vitata e della competenza dei vignaioli locali, riconobbe il potenziale dell’Alto Adige quale produttore di vini d’eccellenza. Come prima cosa, nel suo podere “Lafóa”, un dorso montano baciato dal sole, sostituì le viti della Schiava con quelle Sauvignon e successivamente con le Sauvignon Blanc. Inoltre, introdusse uno standard inedito, ovvero un quantitativo di raccolto inferiore, a fronte di uve pregiate, per vini di eccellenza. E proprio in questo vigneto “pilota”, con i vini Cabernet Sauvignon e Sauvignon, iniziò a prendere forma una nuova dimensione qualitativa.
Questa mentalità venne trasmessa a tutti i soci, sperimentando la creazione di gruppi di qualità con nuove varietà di vite. Tutt’oggi, soci e collaboratori della cantina perseguono con costanza questo modello, concretizzandolo sull’intera area coltivata a vite della cantina e in tutti i vini.
Alla base di tutto, 300 vignaioli, soci della Cantina Colterenzio, che con le loro famiglie lavorano tutto l’anno nei vigneti per conferire uve pregiate, autunno dopo autunno.
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